Un utente di Facebook, Luca Caruso, ha scritto un post che sta suscitando molto clamore e che descrive quanto avvenuto durante un suo viaggio sul treno Frecciarossa, come riportato da Repubblica: “Lunedì mattina. Frecciarossa 9608, Roma Termini – Milano. Il signore in foto dopo essersi guardato intorno si è seduto accanto a me, senza alcun bagaglio. In mano solo il telefono ed un foglietto volante; ha preso il Frecciarossa, ma con un biglietto evidentemente per un treno diverso. Che so….Interregionale. Stava parlando al telefono, ma appena ha visto La capotreno ha abbassato il cappuccio fingendo di dormire. La Capotreno (minuta, esile e giovane, nonché educatissima) gentilmente ha “svegliato” il signore, e dopo aver appurato che non parlasse italiano, ha spiegato in inglese che era sul treno sbagliato. Ha chiesto la differenza del costo, ma lui ha detto di non aver soldi (aveva con sè solo lo smartphone da cui guardava un film… aveva un Samsung…S8? Vabbè, indifferente). La signora delle Ferrovie gli ha chiesto un documento per poter elevare la contravvenzione, ma ne è risultato sprovvisto. Sempre con gentilezza la signora ha chiesto se avesse un passaporto, e lui ovviamente ha detto di no. Un permesso, niente. Quindi: – non parla italiano (dice) – non ha documenti – non ha soldi – non ha modo di fornire generalità
– non ha bagaglio (strano no?)
Prima che dimostriate di non aver letto il post per quello che è, accusando che sia un post razzista, riflettete. E’ l’esempio lampante della totale assenza di certezza della pena che il nostro Paese ha regalato a tutte le persone che vivono facendosi beffa della comunità , e che in questo caso si fanno scudo dell’idea comune che siano “rifugiati”, perché tanto niente succede. Arriverà quindi a Milano, viaggiando su un posto che costa 86€, con 4€. Impunemente. Senza poter sperare che gli facciano neppure in una multa, perché tanto quando l’avrebbe pagata? Pamela (che è il caso più eclatante ma non per questo da non citare) è stata barbarizzata e vilipesa da altri esseri umani incontrollabili ed incontrollati, difesi da un Vulnus di certezza della pena spaventoso, e che senza diritto e senza motivo hanno varcato l’uscio di casa nostra, perché la porta era ed è spalancata. Senza regole. Senza alcuna sicurezza. Senza un controllo che permetta alle persone in fuga di essere dignitosamente accolte.
Questo signore (non mi importa il colore della sua pelle) sta andando a Milano senza alcun bagaglio. Prendendo in giro il controllore. Non ha pagato un biglietto e dice di non avere soldi. Non parla la nostra lingua.
Parlano di integrazione. Di comprensione. Di accoglienza.
I legislatori ci prendono per il culo e noi tolleriamo quanto ci costringono a vivere.
E ora mi raccomando scannatevi tra “razzista” e “buonista” eh….Ho dovuto mio malgrado accettare offese, accuse, minacce, e tutto per aver descritto un fatto accaduto e preso posizione manifestando il mio pensiero come da diritto costituzionale.
Il fatto che la foto ritragga una persona di diversa cultura (“di colore”, questo sì è razzismo) NON DEVE E NON PUÒ IMPEDIRE A NESSUNO di esprimere il proprio pensiero.
Perché contrariamente a quanto cantato per le Foibe, a me le violenze fanno schifo tutte.
Mi avete costretto a dover spiegare il mio post per evitare fraintendimenti, lasciatemi dire che avete fallito. Ed io con voi. Taccio”.
F.B.
Fonte: Repubblica