Le elezioni ormai sono alle porte ed il segretario del PD, Matteo Renzi, parla del programma elettorale davanti alle telecamere di ‘Porta a Porta’ senza colpi a sensazione come il reddito di cittadinanza o il condono. Il programma del PD è volutamente concreto, per dare un’idea di fattibilità delle promesse fatte in sede di campagna elettorale. Il primo punto enunciato, infatti, è l’allargamento dei beneficiari degli 80 euro mensili. Se finora ne hanno potuto beneficiare solamente i lavoratori dipendenti con un reddito basso, qualora il PD venisse scelto dagli italiani il beneficio verrà allargato anche ai possessori di partita iva: “Al lavoratore dipendente oggi vanno gli 80 euro a una partita Iva che guadagna meno di 26mila euro lordi, non arriva niente”. Una manovra che costerebbe al governo circa 1.1 miliardi di euro all’anno.
Renzi, però, non dimentica le famiglie e per incentivare la popolazione a fare figli, da troppi anni l’Italia è costantemente con un livello di crescita zero, promette l’elargizione di un bonus di 80 euro mensili per ogni figlio sotto i 18 anni: “Vogliamo fare un lavoro in più di quello che abbiamo fatto fino a oggi sulle famiglie. In questi anni abbiamo dato la priorità agli imprenditori che assumevano. Ora vogliamo dare gli 80 euro per ogni figlio, ogni mese fino a 18 anni”. Non è chiaro se lo stanziamento del bonus abbia delle soglie di guadagno da rispettare, né se è cumulabile con il bonus previsto per lavoratori dipendenti e a partita iva, ma si tratta comunque di una misura che porterebbe ad una spesa pari a 8,5-9 miliardi di euro annui.
Dopo aver ascoltato queste proposte Bruno Vespa interroga il segretario PD sul problema lavoro e chiede a Renzi cosa intende fare per incentivare i giovani a rimanere in Italia e crearsi un futuro. A questa domanda Renzi risponde: “Non comprandoli. La proposta dei 500 euro ai 18enni non erano una mancetta ma il tentativo di risvegliare l’identità culturale. Ai giovani non diciamo ‘vi diamo un bonus per non lavorare’, come lascia immaginare il reddito di cittadinanza del M5s. Presenteremo misure molto concrete. Alcune specificamente legate alla nuova generazione, come una sugli affitti mutuata dall’esperienza di Zapatero in Spagna”.
In conclusione, l’ex premier ribadisce il concetto che non verrà mai fatto un governo in collaborazione con il Movimento 5 Stelle, questo perché, a suo modo di vedere, Di Maio e compagnia non hanno un progetto chiaro in mente e si rischierebbe solo di perdere tempo: “Continuare a inseguire ciò che dice Di Maio corre il rischio di farti venire il mal di testa: un giorno è per l’euro, un altro no… È una discussione lunare. Ma noi con gli estremisti non andremo mai. E il programma di chi vuole uscire dall’Euro e cancellare il lavoro in nome dell’assistenzialismo, non può essere la nostra idea”.
FS
Fonte: Porta a Porta