Vi sono dei casi in cui l’infarto, per diverse ragioni, non viene percepito. Il cosiddetto infarto silenzioso è stato oggetto di una ricerca del National Institute of Health (NIH) nella quale sono state studiate 1.800 persone dai 45 anni in su. Sono diverse le ragioni per cui questo tipo di attacco di cuore si può verificare, in primis un’elevata soglia del dolore. Questa fa in modo che la persona colpita non si accorga dei sintomi. In particolare, vi sono alcune patologie come il diabete che colpiscono i nervi responsabili degli impulsi del dolore. Conseguentemente, i sintomi dell’infarto sono più lievi.
Vi sono soggetti in cui l’ischemia cardiaca, vale a dire la mancanza di flusso sanguigno al cuore, non produce quelli che sono i tipici sintomi, ma ad esempio altre tipologie non direttamente riconducibili, come fiato corto o debolezza passeggera. C’è poi chi attribuisce alcuni sintomi a bruciore di stomaco o al raffreddore. In base a queste considerazioni, possiamo affermare che circa un infarto su cinque arriva in maniera silenziosa, come riportato da Repubblica.
Quando l’infarto colpisce, si può correre ai ripari con una serie di cose da fare. Se si è avuto un infarto silenzioso e lo si è superato, sarà il dottore a dover consigliare un test da sforzo, attraverso il quale misurare la soglia di equilibrio che produce l’ischemia. Se questa sopraggiunge durante una prova di sforzo, vuole dire che anche chi ha avuto un infarto silenzioso può sentire qualcosa. In sostanza, capendo cosa si prova, si riuscirà in futuro a comportarsi nel migliore dei modi se l’infarto silenzioso dovesse ritornare. L’invito è quello di seguire sempre i consigli del medico.
GM
Fonte: Repubblica
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