Brisbane, Australia, una donna di 47 anni conosce un uomo in chat con il quale parla di sesso e rapporti perversi. Durante la conversazione, l’uomo denominato con il soprannome “Thommo”, dice alla donna che gli piacerebbe fare sesso con una versione più giovane di lei. La donna, senza pensarci due volte, coinvolge la figlia minorenne nel suo gioco sessuale perverso, senza informarla di quanto stava accadendo. Un giorno la donna dice alla figlia adolescente che l’avrebbe portata a fare un giro da ragazze, quindi dopo averle offerto diversi cocktail alcolici l’ha portata all’hotel Toowoomba, dove, in una stanza già prenotata, le attendeva Thommo.
Una volta arrivate in stanza e fatte le presentazioni, la madre è uscita dalla stanza ed ha atteso che il rapporto sessuale si concludesse, come riportato dal Daily Mail. All’interno della stanza, però, l’adolescente si è rifiutata di andare fino in fondo ed è stata costretta dall’uomo a fare sesso con la violenza. Conclusa la serata, l’allora diciassettenne, non ha più rivolto la parola alla madre e dopo qualche tempo si è decisa a denunciarla alla polizia. In questi giorni si è concluso il processo in cui il giudice della corte di Brisbane l’ha ritenuta colpevole di favoreggiamento alla prostituzione minorile e grave negligenza. Il giudice, infatti, ha dato ragione all’accusa che sosteneva che la donna fosse consapevole di quanto sarebbe successo e che ha deliberatamente tratto in inganno la figlia per metterla nelle grinfie dello stupratore. Inutile la tesi difensiva della donna che ha più volte ripetuto: “Non pensavo che mia figlia fosse in pericolo”.
La condanna scelta dal giudice è di 4 anni di reclusione. La figlia, ormai diciottenne, si è detta soddisfatta per la condanna della madre ed ha dichiarato ai media locali che in futuro non ci sarà spazio per una riconciliazione: “Non ho sentito nient’altro che dolore e rabbia, mi sono chiesta più volte come una madre possa fare questo a una bambina”.
F.S.
Fonte: Daily Mail