Torna prepotentemente in auge la vicenda Weinstein/molestie sessuali con le clamorose rivelazioni dell’assistente del famoso produttore cinematografico. Sandeep Rehal ha lavorato per Weinstein nel periodo 2013-2015, ma ha dovuto fare ben più dei compiti di una normale assistente: “Non c’erano limiti tra la vita lavorativa di Weinstein e quella privata”. La donna ha raccontato, come riportato da The Guardian, come la maggior parte dei compiti finisse per essere legata agli appetiti sessuali del suo datore di lavoro: “Uno dei compiti principali era la pulizia degli spazi in cui si svolgevano gli incontri sessuali”. In particolare Rehal ha spiegato che doveva ripulire lo sperma lasciato sui divani.
Come se non bastasse l’assistente doveva subire quotidiane molestie e sottostare a frequenti rapporti sessuali col suo datore di lavoro. Lui poi era abituato a infilare le mani nelle mutande, palpare cosce, sedere e parti intime e, non contento, si rivolgeva a lei chiamandola “troia” o “sgualdrina”. La denuncia della donna diventa l’ennesima accusa nei confronti di Harvey Weinstein nei confronti del quale ormai sono diventati innumerevoli gli atti d’accusa che dovranno poi trovare un loro sfogo e compimento in una procedimento giudiziario. Finora la vicenda è stata più che altro mediatica, ma con pronunciamenti dei giudici acquisirà sicuramente un altro spessore.
F.B.
Fonte: The Guardian