Matteo Renzi: “Fino a quando ci sono quello lì non lo candido”

matteo renzi
(Websource/archivio)

Una ventina di giorni fa, l’ex ministro ed ex leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, si era detto pronto a candidarsi nella sua regione d’origine, il Molise. Aveva sottolineato di volerlo fare da indipendente, ma al momento della composizione delle liste si è ritrovato escluso. Così l’ex pm è tornato a parlare ai microfoni di Radio Cusano Campus: “Una prima precisazione: io non ho chiesto al Partito Democratico di candidarmi. Nel mio Molise volevo candidarmi come indipendente nel centrosinistra. Il Pd regionale ha fatto una mozione specifica per candidarmi in una realtà indipendente di centrosinistra”.

Questa la ricostruzione di Antonio Di Pietro: “Poi quando hanno portato il mio nome alla direzione nazionale del partito l’altra sera, Renzi ha detto ‘non candiderò mai quel giustizialista di Di Pietro finché sarò segretario’. Io gli ho risposto che evidentemente preferisce accordarsi col pregiudicato Berlusconi che con il giustizialista Di Pietro. Io avevo messo una condizione alla mia candidatura, quella che non avrei mai votato l’inciucio tra Renzi e Berlusconi. Renzi per questo non mi ha candidato, ma io alla mia età, dopo tutto quello che ho fatto, non vado a vendermi l’anima”.

Antonio Di Pietro è durissimo: “Do per scontato l’inciucio tra Renzi e Berlusconi dopo le elezioni. La cartina di tornasole è la mia esclusione, io sarei stato un voto contro. Tutti stanno rilevando, basta vedere quello che dice Sposetti al Fatto Quotidiano, che non si rispettano i territori e le minoranze. Il Pd regionale del Molise che è venuto a chiedermi il favore di candidarmi è un Pd renziano. Lui ha umiliato i suoi stessi collaboratori, porta solo yes man in Parlamento. Così viene a mancare la democrazia stessa. Nel centrodestra Berlusconi mette i suoi personaggi, lo stesso Movimento Cinque Stelle fa le primarie ma poi le aggiusta. Il Pd cancella dalle liste quelli che non la pensano come il segretario nazionale. In questo momento stiamo attraversando un pericoloso difetto della democrazia. Un partito che non dà spazio alle voci libere non è un partito, ma semplicemente un gruppo di yes man che pur di andare in Parlamento sono disposti a vendere l’anima al diavolo”. Infine l’attacco a Silvio Berlusconi: “Lui alla fine è il più coerente di tutti, ha sempre fatto questo e continua a farlo. Non è che si è messo a fare politica per farsi ricrescere i capelli. Quando c’è stata mani pulite che riguardava la grande imprenditoria del nord alcuni imprenditori hanno fatto la corsa a venire in tribunale da me e a confessare, altri hanno deciso di scappare all’estero col bottino e lui si è inventato la terza via, è andato in Parlamento, si è fatto le leggi che gli servivano e così ha risolto il problema. Ha trovato la via per fregare tutti quanti”.

GM

Fonte: Radio Cusano Campus

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