Si sono svolti oggi i funerali dell’uomo che si è tolto la vita a Cassino impiccandosi all’ingresso di una chiesa dopo essere stato accusato di aver violentato la figlia di 14 anni. Ad accusarlo proprio sua figlia in un tema svolto in classe. Sulla vicenda le indagini sono ancora in corso e in particolare si sta cercando di capire il ruolo della moglie e dell’altra figlia dell’uomo entrambe, a quanto pare, consapevoli di quel che l’uomo faceva alla figlia minore.
Alle esequie hanno partecipato circa 300 persone e in prima fila c’erano proprio la moglie e le figlie. Il parroco don Giandomenico Valente si è espresso così, come riportato da Il Corriere della Sera: “È un momento difficile per tutti, di quelli che spezzano il cuore di una famiglia e di una comunità. Certe vicende si vivono senza mai capirne il senso. È tutto troppo grande per le nostre povere possibilità. In questi casi, se si è credenti – ha continuato il parroco – si cerca una luce in fondo al tunnel, un aiuto e una speranza in Dio. Ma neppure questa ricerca di un sostegno spirituale è esente da un grido che nasce dal dolore». Poi ha ammonito: «Dio c’è sempre, soprattutto dove la gente soffre, dove un uomo muore. C’è sempre ! In questi giorni non ho smesso di pensare che questo fratello sia salito lassù non per segnare la fine di una storia, ma per trovare un sollievo, per incontrare lo sguardo di quel grande Crocifisso che custodisce l’antico eremo di San Tommaso d’Aquino». E ha concluso così: «Al resto del mondo, a tutti gli altri che in questi giorni ci girano attorno – ha incalzato – vorrei chiedere soltanto il dono di un po’ di silenzio. E magari di riflettere su un’unica realtà: nessuno va lasciato solo, nemmeno un uomo che può aver fatto degli errori, perché un uomo, se resta solo, muore”.
F.B.
Fonte: Il Corriere della Sera