Papa Francesco accusato di avere offeso le vittime della pedofilia. A lanciare il sasso nello stagno, dagli Stati Uniti, è stato il cardinale Sean O’Malley, secondo cui Bergoglio avrebbe addirittura calunniato quanti hanno denunciato gli abusi dei preti-orchi, come riportato da LaPresse. E in particolare le vittime di Karadima, che dal Cile criticano il Pontefice perché continua a difendere “incomprensibilmente” il vescovo che lo ha coperto, Juan Barros. “È comprensibile che le dichiarazioni di Papa Francesco siano state fonte di grande dolore per i sopravvissuti agli abusi sessuali da parte del clero”, ha detto il porporato in una nota pubblicata sul sito dell’arcidiocesi di Boston. Il riferimento è quanto dichiarato due giorni fa da Bergoglio, in risposa ad alcuni giornalisti cileni che chiedevano conto del vescovo di Osorno: “Il giorno che avremo una prova contro il vescovo Barros, parlerò – ha detto seccato Papa Francesco – . Non c’è una sola prova d’accusa. Le altre sono tutte calunnie, chiaro?”.
Quelle vittime in cerca di giustizia
Ebbene, secondo O’Malley tali parole “trasmettono il messaggio che se non puoi provare le tue affermazioni, allora non sarai creduto” e suonano come “un abbandono di coloro che hanno subito violazioni riprovevoli della loro dignità umana, relegando i sopravvissuti ad un esilio screditato”. Nella stessa nota, però, il cardinale precisa che “non essendo stato coinvolto personalmente nei casi oggetto dell’intervista, non posso sapere perché il Santo Padre ha scelto le parole particolari che ha usato in quel momento. Quello che so, comunque, è che Papa Francesco riconosce pienamente gli eclatanti fallimenti della Chiesa e del clero che ha abusato dei bambini e l’impatto devastante che questi crimini hanno avuto sui sopravvissuti e sui loro cari”.
O’Malley era stato nominato proprio da Bergoglio a capo della Commissione per la Tutela delle vittime degli abusi, un organismo il cui mandato è scaduto a metà dicembre e non è stato ancora rinnovato. Ma la sua non è l’unica voce critica. In questi anni di lavoro altri due membri della commissione, Marie Collins e Peter Sanders, entrambi ex vittime di pedofili, sono stati costretti a dimettersi per divergenze di vedute con la curia vaticana. Al centro della disputa il progetto per la costituzione di un tribunale interno incaricato di valutare il comportamento dei vescovi omertosi e procedere, se necessario, alle sanzioni; progetto annunciato e subito dopo messo in soffitta e dimenticato. In Perù, intanto, diversi politici chiedono al Papa di contribuire a fare estradare un altro pedofilo, Luis Figari, che ora vive protetto in un convento italiano.
EDS
Fonte: LaPresse