Si parla molto in queste ore del professore Massimo De Angelis, l‘insegnante insospettabile arrestato pochi giorni fa per abusi sessuali nei confronti di una studentessa quindicenne dell’Istituto Massimo di Roma.
L’uomo ha confessato tutte le sue colpe spiegando anche di aver cercato aiuto dicendo al fratello quello che stava accadendo e provando almeno parzialmente a discolparsi parlando di incontri sessuali consensuali e di vero innamoramento nei confronti della ragazzina, come riportato da Il Corriere della Sera. Gli inquirenti però lo hanno descritto così: “De Angelis ha mostrato una preoccupante e pericolosa inclinazione sessuale e ha sfruttato la sua esperienza e il suo ruolo per abusarne”. Il magistrato inoltre nell’ordinanza di custodia cautelare parla di tecniche «subdole» di corteggiamento, attenzioni e premure riservate alla ragazzina con il solo intendo di plasmarne la «fragile personalità» e «indurla ad acconsentire agli atti sessuali».
Ieri ha parlato la moglie che nonostante tutto lo difende e lo perdona: “Lo perdono e lo amo, lo aspetto a casa, non vedo l’ora di riabbracciarlo – dice – spero che torni al più presto. Anche mia figlia non vede l’ora di rivederlo. Lo amo, voglio abitare con lui, se il giudice acconsentirà lo accoglierò a casa. Lo dipingono come un mostro ma non è così. Cosa penso delle accuse? Sembra una recita. Sono accuse esagerate la giustizia, con i suoi tempi e i suoi modi, stabilirà che Massimo non è il mostro che vogliono dipingere. Quella ragazzina faceva il corso di teatro, forse sa fare bene l’attrice”.
Oggi arrivano anche le reazioni dei suoi studenti e della scuola: “Siamo tutti sconvolti dalla confessione del professore, ma è lui ad aver sbagliato e adesso dovrà pagare. La nostra scuola è una grande famiglia e per questo continuiamo a difenderla”. Alcuni genitori lo difendono parlando di un errore isolato in una carriera impeccabile mentre la scuola ha emesso questo comunicato: “L’Istituto sta apprendendo solo ora fatti che ignorava e rispetto ai quali, ove fossero accertati, è parte offesa e quindi, in un eventuale processo penale, si costituirà parte civile. Si affida perciò alla Magistratura, nella quale nutre assoluta e piena fiducia. Dal punto di vista disciplinare, azionerà nei confronti del docente il procedimento disciplinare imposto dalla legge per accertare i fatti anche sotto questo profilo, che è quello che rientra nella sua diretta responsabilità”.
F.B.
Fonte: Il Corriere della Sera