Non si placano le polemiche nei confronti di Gene Gnocchi e della sua battuta pronunciata durante la trasmissione DiMartedì nella quale ha detto che il maiale che girava tra i rifiuti a Roma era femmina e si chiamava Claretta Petacci.
Oggi il comico emiliano ha provato a spiegare la sua battuta: “È un malinteso. Mai e poi mai infierirei su dei morti, lontanissima da me l’idea di dileggiare Claretta Petacci. Mi dispiace se qualcuno si è sentito toccato, ma non mi sento in colpa e rivendico il diritto di fare satira. L’obiettivo era Giorgia Meloni: pubblicava tante foto sui social e sembrava come quando si smarrisce un gatto o un cane, e pensando a lei ho dato quel nome al maiale. E lei, che è una donna intelligente, non ha reagito. È una cosa lieve, minima come idea di base”.
Eppure le polemiche non si sono placate. Da un lato sotto casa di Gnocchi è apparso uno striscione a firma Forza Nuova con un semplice quanto chiaro epiteto: “Vigliacco”. Dall’altro molti giornalisti e uomini politici hanno stigmatizzato la sua battuta. Forza Nuova ha poi spiegato quello striscione, come riportato dall’Ansa: “Se per l’immagine di Anna Frank con la maglietta della Roma anche i sampietrini si indignarono – dice Desideria Raggi, responsabile provinciale di Forza nuova Faenza – accade che per la Petacci, donna di straordinaria bellezza, pura, candida ed innocente, la cui unica colpa fu quella di innamorarsi perdutamente di un grande uomo, fino al punto di sacrificare la sua vita per lui, venendo martoriata, violentata ed appesa in pubblica piazza per mano dei vili traditori della Patria (gli stessi di cui oggi la republichetta si fa vanto), nessuno interviene, nessuno proferisce alcuna parola di condanna. Se avesse paragonato il maiale femmina a Franca Rame gli animali del cortile parlamentare sarebbero stati cosi silenziosi?”.
F.B.
Fonte: Ansa