“Adesso qualcosa cambierà, per fortuna. La sentenza del Consiglio di Stato che esclude i diplomati dalle graduatorie ad esaurimento almeno mi restituisce i miei punti, e mi permetterà di accedere alla supplenze lunghe, in attesa di poter fare il concorso” spiega Laura che ha anche accarezzato l’idea di andarsene dall’Italia. “Volevo andare a Madrid, mi ero già informata, avrei insegnato italiano. Non era più possibile per me poter immaginare di stare una vita ad aspettare dietro chi aveva meno titoli e preparazione”.
La sua storia è a dir poco paradossale. Laura si era laureata in Lettere col vecchio ordinamento dei 5 anni poi quando stava per accedere alle Siss, l’unica percorso abilitante allora esistente, il governo le chiuse. Laura entrò in graduatoria di terza fascia come supplente e intanto si iscrisse ad un nuovo corso di laurea, scienze della formazione. “Ogni fine anno accademico era devastante, soprattutto per una studentessa lavoratrice: dovevo redigere delle relazioni che assomigliavano a delle vere e proprie tesi di laurea e che le mie maestre tutor mi dicevano essere ben più pesanti delle attività dei docenti in ruolo, che dovevano affrontare l’anno di prova. Io però avevo scoperto un mondo, quello dell’infanzia, di cui mi ero letteralmente innamorata, per cui non mi sono pesati nemmeno per un attimo i circa 40 esami sostenuti, le 200 ore di laboratori sulla didattica attiva e la temibile certificazione linguistica di inglese B2. Ho superato più volte quelli che credevo essere i miei limiti, progettando unità didattiche interamente basate sulla didattica attiva e allo stesso tempo individualizzate e personalizzanti. Mi sono laureata in tre anni e mezzo, con lode, con una tesi incentrata sulla pedagogia interculturale e la letteratura per l’infanzia”.
Alcuni magistrati iniziarono ad accogliere i ricorsi di chi voleva insegnare nonostante avesse solo il diploma e per lei con due lauree fu una vera e propria beffa: “Orde di persone improvvisate si sono unite alle maestre precarie storiche e hanno cominciato a fare supplenza. La mia seconda laurea è diventata improvvisamente carta straccia, poiché non dava accesso alla prima fascia ma solo alla seconda! Addirittura questa volta il mio titolo accademico valeva meno di un diploma! Questa non era sfortuna ma puro paradosso!”.
Il 20 dicembre scorso la sentenza del Consiglio di Stato ha retrocesso le diplomate magistrali in graduatoria, stabilendo che il diploma resta abilitante ma che chi vuole insegnare deve superare un concorso. “È stato strano quello che ho provato. Non gioisco della disperazione altrui ma ho sentito che, per una volta nella mia vita, c’era stata giustizia. I ricorsi avevano creato una bolla insanabile, permesso l’ingresso a scuola di persone che non avevano mai fatto questo mestiere e a pagarne le conseguenze sarebbero stati i bambini”.
F.B.
Fonte: Il Corriere della Sera
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