Non è la prima volta che alcune sentenze o alcuni passaggi nelle motivazioni espresse dai giudici destano perplessità. Spesso capita proprio in casi di femminicidio, quando in qualche modo si trovano assurde giustificazioni o parziali scusanti a ciò che hanno fatto gli assassini.
Rosanna Belvisi, massacrata con 29 coltellate
Sembra questo uno di quei casi. Stiamo parlando della povera Rosanna Belvisi, una donna uccisa con 29 coltellate dal marito Luigi Messina quando i due erano appena tornati da una vacanza a Pantelleria. I due, residente a Milano, avevano avuto un rapporto sessuale e poi avevano fatto colazione insieme. Tutto apparentemente tranquillo. Poi si scatenò una lite, furibonda, e l’uomo prese un coltello col quale massacrò la moglie. Dopo averla uccisa uscì di casa, andò in pasticceria a comprare i babà e andò a giocare alle slot machine, vincendo anche 70 euro, come riportato da Il Giorno.
Il giudice: “29 coltellate, ma non c’è crudeltà”
Sorprende dunque la decisione odierna del gup di Milano Livio Cristofano che ha escluso per l’uomo l’aggravante della crudeltà parlando di “un raptus e di una deflagrazione emotiva incontrollabile, piuttosto che la realizzazione di un deliberato intento di arrecare sofferenze aggiuntive alla propria consorte” e giustificando questa tesi con la precisione dei fendenti che colpirono solo zone vitali, come riportato da Milano Today. Tutto ciò ha portato ad una sentenza di condanna per omicidio volontario senza aggravanti a 18 anni di carcere comprensivi di sconto di pena per aver scelto il rito abbreviato. Messina potrebbe poi avere un ulteriore sconto di pena perché il suo legale ha fatto ricorso in appello dove chiederà un’ulteriroe riduzione chiedendo di riconoscere le attenuanti generiche perché il suo assistito, confessando, «ha apportato un grande contributo alle indagini».
F.B.
Fonti: Il Giorno, Milano Today