Uno studio legale di Napoli ha vinto una causa presentata contro Equitalia, ma invece di un conguaglio economico relativo alle spettanze, per ottenere quanto gli spetta ha dovuto far pignorare le scrivanie e le sedie dell’ente deputato alla riscossione dei tributi fiscali. È una storia che rasenta l’assurdo ma che è stata riportata anche nei verbali ufficiali. Lo studio coinvolto è il ‘Lallo’, con sede nel capoluogo partenopeo, e sono stati presentati numerosi documenti per l’attuazione del pignoramento. Nelle scorse settimane Equitalia aveva presentato un assegno circolare per versare quanto stabilito dopo l’emissione dell’esito a suo sfavore da parte del giudice. Le cause che vedono coinvolta Equitalia riguardano molto spesso quelle civili inerenti la cancellazioni di multe inoltrate per delle violazioni al volante. Quando una causa viene vinta, l’ente riscossore deve eliminare la sanzione amministrativa, provvedendo a pagare anche le spese legali in certi casi. È proprio su questo aspetto che lo studio legale ha ottenuto il pignoramento dei mobili di Equitalia, ovvero sulle spettanze. Si è messo perciò in moto l’ufficiale giudiziario, il quale interviene in situazioni del genere.
“Equitalia le prova tutte per non pagare”
Lo scorso 22 dicembre questi si è presentato nella sede romana di Equitalia, la quale però, diversamente da altre visite precedenti inerenti questo caso, ha fatto sapere di non essere in grado di versare quanto dovuto (circa settemila euro), mentre in precedenza presentava un assegno circolare. E così sono state pignorate 13 scrivanie, che tra l’altro erano già state fatte oggetto di pignoramento in una precedente procedura esecutiva. Lo studio Lallo, presieduto dai fratelli Gennaro, Gaetano e Raffaele, ha intentato migliaia di cause contro Equitalia, diventata poi ‘Agenzia Entrate e Riscossione’. E fa sapere che, mentre “con grande facilità riesce a pignorare delle somme ora direttamente dai conti correnti dei cittadini, anche senza che questi ne sappiano qualcosa, al contrario difficilmente risulta essere lungimirante allo stesso modo e mette in atto ogni stratagemma possibile per non pagare o almeno per ritardare il versamento di quanto dovuto dopo che ciò viene stabilito dall’autorità giudiziaria”. Lo studio Lallo fa sapere che le scrivanie verranno messe all’asta, come previsto dalla legge: “È diventata una questione di principio, i soldi non c’entrano – fa sapere Gennaro Lallo a ‘Il Corriere del Mezzogiorno‘ – andremo a Roma col furgone per prenderle noi di persona e chiederemo al Tribunale il permesso di procedere con la vendita”.
S.L.
Fonte: Il Corriere del Mezzogiorno