Se altrove vengono presi di mira, in questo paese protestano in favore dei migranti

ripabottoniIl paese di Ripabottoni, Molise, è diventato noto solamente in questo inizio 2018 per una protesta che in Italia può essere considerata singolare o comunque di sicuro contro corrente. In questo paesino colpito dal sisma del 2002, abitano solamente 500 persone e da qualche tempo era giunto un gruppo di migranti, 32 per l’esattezza, che erano stati accolti nel centro Cas Xenia. Con il passare del tempo, i nuovi arrivati e gli abitanti del paesino hanno stretto amicizia ed i migranti erano diventati parte integrante della comunità, ma questo idillio si è concluso quando, lo scorso 11 gennaio, il centro Cas è stato chiuso.

Quando in paese si è saputo della prossima chiusura del Centro accoglienza straordinaria, in molti si sono mobilitati per richiedere una proroga: ben 150 abitanti, considerato il numero totale è un discreto numero, hanno firmato una petizione ed altri hanno organizzato delle manifestazioni pubbliche di protesta. Ne le proteste, ne tanto meno la petizione sono state prese in considerazione dalla prefettura di Campobasso che ha proceduto come nulla fosse con quanto stabilito. I quotidiani locali hanno ipotizzato che il prefetto di Campobasso Maria Guia Federico abbia accelerato la chiusura del centro su pressione del sindaco di Ripabottoni, Orazio Civetta. Che sia questo il motivo o meno non siamo di fronte ad uno scandalo, poiché per loro natura stessa i Cas sono destinati a durare solo un periodo di tempo limitato.

La scelta è stata in ogni caso poco lungimirante, Ripabottoni è un paese a rischio spopolamento in cui l’età media si alza sempre di più e l’accoglienza stabile dei migranti tra i quali c’erano giovani coppie con bambini poteva essere utile ad evitare la trasformazione del centro abitato molisano in un paese fantasma. A spiegarlo è il quotidiano locale ‘Primo Numero’ in cui si legge: “Il futuro dei paesini molisani dove la presenza di migranti – uomini e donne, e bambini che nascono qua – è in grado di ravvivare la comunità, abbassare l’età media, rimpolpare le squadre di calcio a corto di atleti, dare vita a un coro della chiesa che altrimenti non ci sarebbe”.

F.S.

Fonte: Primo Numero

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