Una scossa di terremoto di magnitudo 3.6 è stata registrata alle 4:48 ad Amatrice, in provincia di Rieti, come riportato da Il Corriere della Sera. L’epicentro, localizzato ad appena dieci chilometri di profondità, è stato registrato a due chilometri dalla località del rietino. Gli altri comuni più vicini sono Accumoli a 8 km, poi Campotosto (L’Aquila) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Dopo la scossa, nella zona è tornata la paura, con la quale – a quanto sembra – bisognerà convivere. Lo ha spiegato all’ANSA Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv): “Questa sorta di vibrazione continuerà ancora ed è dovuta al graduale adattamento del volume della crosta terrestre”.
In sostanza, aggiunge Carlo Doglioni, la scossa di stamattina all’alba è del tutto compatibile con l’evoluzione delle repliche in corso dal 24 agosto 2016. Il presidente dell’Ingv lo dice chiaramente: “Terremoti simili ci sono stati anche nelle ultime settimane e non c’è un allarme specifico: sappiamo che nell’area ci sono circa 20-30 scosse al giorno, molte di magnitudo inferiore a 2.0, e sono tutte repliche legate allo stesso meccanismo”.
Intanto, nei giorni scorsi, era arrivata la notizia che è stata scoperta una risalita di magma nel cuore dell’Appennino meridionale, nel Matese, che sfoga in forti terremoti. La scoperta è stata fatta da un’équipe di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia. Nel paper, intitolato Seismic signature of active intrusions in mountain chains e pubblicato su Science Advances, i ricercatori spiegano che alcuni terremoti verificatisi sugli Appennini non sono stati causati da tensioni sulle faglie, bensì da magma in risalita.
GM
Fonti: Il Corriere della Sera, Ansa