E’ lui stesso che spiega la sua vicenda a Repubblica: “Dopo il diploma e la laurea in Lingue, e diversi anni di precarietà lavorativa ed esistenziale, alla fine mi sono fatto l’idea che nei paesi dove il benessere economico è più alto si riscontra più facilmente anche quella tristezza di fondo dalla quale rischiavo di sentirmi risucchiare anch’io, così ho deciso di mettere insieme i miei risparmi e partire per il Centro America. A Panama ho dovuto ricominciare da zero, in un paese dove anche chi ha poco è felice, forse perché non ha ‘tempo’ per deprimersi”.
“Ad Amsterdam mi guardavano male con il solito stereotipo dell’italiano che fa le pizze. Qui quando ho iniziato a fare le pizze sembravo un Dio. E poi la loro musica mi è entrata dentro. Ho sempre suonato e scritto canzoni mie. Ora ho unito tutto il mio bagaglio con il loro ritmo. Il mio nome d’arte è El Bogey e sto ottenendo un discreto successo. Faccio musica ‘urbana’, un genere simile al reggaeton che là va per la maggiore. Attraverso l’espressione artistica riesco a immergermi pienamente nell’autentico tessuto sociale di Panama”.
Fonte: Repubblica
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