La vicenda di John Paul Getty III e del suo rapimento fece molto discutere. Il regista Ridley Scott ha girato anche un film su questa vicenda (‘Tutti i soldi del mondo’). Aveva appena 16 anni quando la ‘ndrangheta lo rapì in Italia nel 1973 chiedendo una cifra astronomica per il riscatto: ma la parte clamorosa è rappresentata dalla scusa banale che suo nonno Jean Paul Getty addusse per non sborsare un soldo, nonostante fosse l’uomo più ricco del mondo. Disse che aveva 14 nipoti e che se avesse ceduto al ricatto, questo li avrebbe messi tutti in pericolo. Tornando a John Paul Getty III, la sua vita fu tutta un susseguirsi di episodi turbolenti, molto spessi finiti con il consumo dei droga. Fu proprio una overdose a ridurlo in sedia a rotelle all’età di 24 anni, per poi ucciderlo nel 2011 a 54. Dal 10 luglio al 17 dicembre 1973, l’allora giovanissimo Getty Jr. rimase in mano ai suoi sequestratori, prima di essere ritrovato su un tratto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Il ragazzo viveva a Roma con sua madre Gail. Del fatto si è parlato anche in alcuni libri: il primo fu ‘Uncommon Youth’, pubblicato nel 2013 e seguito poi da ‘Kidnapped’, in uscita nel Regno Unito questa settimana e nel quale sono state incluse le lettere che John Paul Getty III scrisse a sua madre durante il periodo di detenzione forzata con i malviventi.
John Paul Getty III raccontò tutto: “Fu come tagliare la carta”
C’è un passaggio decisamente drammatico che il protagonista ebbe modo di raccontare prima di morire ormai sette anni fa, e che riguarda il momento in cui i suoi rapitori gli tagliarono un orecchio, riportato da Il Corriere della Sera: “Uno di loro avvicino un coltello alla mia testa e mi tagliò di netto un orecchio, fece un rumore simile a quello di un foglio strappato. Se ti prepari al dolore riesci a sopportarlo. Prima di quell’istante mi svegliarono alle 4:00 del mattino e mi diedero da mangiare quattro bistecche, dicendomi di mangiarle perché mi avrebbe aiutato. Poi alle 7:00 tornarono per bendarmi, mi dissero che era arrivato il momento. Chiesi loro di darmi un fazzoletto per mettermelo in bocca, ero letteralmente terrorizzato”. L’orecchio amputato venne poi spedito alla redazione di un giornale, e non mancò una beffa: la spedizione venne ultimata con ben 28 giorni di ritardo a causa di uno sciopero attuato dalle Poste. In ‘Kidnapped’ si legge che poco prima di essere rapito ebbe un litigio con sua mamma, e viene ribadita la sua fama di ricco nullafacente, che si alzava tardi dal letto ed era solito passare ogni notte in discoteca tra mille eccessi, su tutti il consumo di cocaina. Inoltre John Paul Getty III aveva anche delle amicizie pericolose.
Aveva già pensato ad un falso rapimento
Lui stesso conferma di aver pensato a mettere in scena un finto rapimento con due amici malavitosi della criminalità romana a quei tempi, allo scopo di ottenere il denaro per acquistare fiumi di cocaina. Cosa della quale i suoi parenti lo ritenevano capace. Ma poi il giovane John ci ripensò, ignaro che una cosa del genere gli sarebbe capitata di lì a poco. La prima lettera inviata a sua madre Gail una volta finito in mano alla ‘ndrangheta cominciava così: “Mia cara mamma, da lunedì mi trovo nelle mani dei rapitori. Ti prego di credermi e di non mi mettere in pericolo. Questo non è un gioco che ho organizzato io. Prova a metterti in contatto con i rapitori. Se farai passare troppo tempo mi taglieranno un dito e te lo manderanno per posta. Non chiamare la polizia o mi uccideranno. Ti voglio bene”. Ed il nonno Jean Paul Getty, alla vista dell’orecchio mozzato, cedette. Mise a disposizione di suo figlio e della moglie Gail quasi 3 milioni di dollari, dei quali pretese poi la restituzione al 4% di tasso d’interesse.
S.L.
Fonte: Il Corriere della Sera