Il Tribunale di Roma ha emesso una ordinanza lo scorso 23 dicembre per la quale si vieta a tutti di pubblicare sui social network foto dei figli minorenni, come riportato da La Stampa. Anche i genitori dei bambini interessati non saranno esenti da questo divieto. I giudici potranno ordinare la rimozione delle fotografie ritraenti bambini ed anche multare i responsabili, con il denaro da devolvere in favore dei giovanissimi in questione. Il tutto era sorto analizzando il caso di un 16enne, infastidito dall’atteggiamento troppo zelante della madre nei suoi confronti su Facebook. Se tale cosa dovesse reiterarsi, la donna sarebbe costretta a pagare diecimila euro di sanzione. Questo argomento è molto più delicato e controverso di quanto sembri, e ha già spinto diversi genitori ad agire di conseguenza, eliminando immagini o addirittura profili personali dai social, e la cosa inizierà ad avere un certo speso specifico anche nelle cause di divorzio e separazione.
Niente foto dei figli sui social, chi trasgredisce sarà multato
Nel caso del 16enne, lo stesso giovane si sarebbe lamentato più volte con sua mamma intimandole di smetterla di postare sue immagini, ma il genitore non gli dava ascolto. La vicenda aveva avuto anche una certa risonanza, visto che ne aveva parlato pure la stampa, e la cosa aveva creato ulteriori pressioni nel ragazzo, al punto da indurlo a chiedere di poter proseguire i propri studi negli Stati Uniti. Il minorenne aveva mostrato di persona al giudice le prove del comportamento da irresponsabile tenuto dalla madre, la quale aveva diffuso dettagli sulle sue vicende personali sui social network oltre a tantissime foto. Il tutto in maniera ovviamente indesiderata.
Un’ulteriore causa di disputa nelle istanze di divorzio
E quindi, in virtù di ciò, il Tribunale ha sancito che, in base all’articolo 96 della legge 633/1941 sul diritto d’autore, il ritratto o qualsiasi altro dato personale di una persona non può essere esposto pubblicamente senza il suo consenso, con le dovute eccezioni. A rafforzare questa disposizione c’è anche la Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989, i cui contenuti sono diventati legge in Italia nel 1991. Precedenti simili anche recenti ce ne sono già stati, ed il più delle volte hanno rappresentato un motivo ulteriore di scontro tra genitori impelagati in una battaglia di divorzio. Una grossa dimostrazione di maturità al contrario è arrivata da un bambino di soli 5 anni.
S.L.
Fonte: La Stampa