Pochi giorni fa Caterina Ceccuti, la mamma della piccola Sofia De Barros, la bimba di otto anni morta a causa della sua patologia, la leucodistrofia metacromatica, aveva polemizzato con i giornalisti che, a quanto affermato da lei, avrebbero attribuito a lei e al marito dichiarazioni mai rilasciate. In special modo, la donna faceva riferimento all’articolo pubblicato su Il Fatto quotidiano che titolava così: “Stamina, morta la piccola Sofia. Storia della bambina “farfalla” che i genitori hanno voluto curare con metodo Vannoni”.
Ancora prima la Ceccuti aveva polemizzato nei confronti dell’attenzione mediatica ricevuta dalla vicenda della piccola dovuta, a suo dire, solo al tragico esito.
Oggi esiste solo una famiglia distrutta, una bimba che non c’è più e tutto lo strazio e il dolore dei genitori che hanno lottato e sperato fino alla fine che potesse andare in modo diverso.
Aveva commosso il post su Facebook di Caterina Ceccuti e di suo marito Guido a poche ore dalla tragica notizia: “Ieri sera la nostra piccola straordinaria bambolina Sofia è volata in cielo. Ora per lei non esiste più dolore, c’è solo l’amore”.
Sul suo sito ora la Ceccuti scrive ancora pensando alla sua piccolina: “La sera del 30 dicembre 2017 la mia Sofia ha spiccato il volo verso il cielo. Sono cose che agli angeli come lei possono anche capitare. Per quanto riguarda me e Guido, poveri comuni mortali, non abbiamo potuto fare altro che lasciarla andare. Il volere delle anime superiori non si discute. E non c’è niente che si possa illudersi di fare per convincerle a restare. Sofia ha scelto di andare, e adesso penso a lei senza più riuscire a immaginarla mia, sotto nessuna forma né alcuna consistenza. Lei è emozione in estasi. E’ grande, più grande, matura come un frutto paradisiaco. E’ luce che si espande, musica che pervade e riempie. Ora mia figlia non è più mia figlia, è la grazia, la sorgente. E averle permesso di liberarsi del corpo che la imprigionava è stata la scelta più dolorosa e consapevole della mia vita.
A te, mio unico tesoro, mio amore puro, dedico questa ballata che, ormai ne sono certa, ti sei scritta da sola…come sempre hai fatto con tutte le cose cui hai tenuto. Io e tuo padre? Due strumenti indegni ma innamorati della tua volontà che restano in attesa delle prossime istruzioni. E adesso, mia potentissima generatrice di miracoli, buona luce eterna…”.
BC
Fonte: CaterinaCeccuti.it