C’è un deciso cambio di opinione riguardo a Silvio Berlusconi da parte di Bill Emmott. Si tratta dell’ex direttore della celebre rivista di finanza ‘The Economist’, che 17 anni fa definì il Cavaliere “del tutto inadeguato a guidare l’Italia”. Ma adesso l’inglese definisce il leader del centrodestra come “il salvatore politico dello Stivale”, pur mantenendo delle idee sulla persona ed anche sulle idee politiche non proprio concilianti nei confronti di Berlusconi, Emmett però ne riconosce le capacità carismatiche e di leader, in contrapposizione al Movimento 5 Stelle ed al Partito Democratico, che contenderanno a Forza Italia ed ai suoi alleati il governo del paese nelle elezioni fissate per il prossimo 4 marzo.
“Berlusconi migliore di Renzi, Salvini e Di Maio”
Emmott ha espresso questo suo nuovo parere dalle colonne dell’edizione odierna de ‘Il Corriere della Sera‘ e pone l’accento sul fatto che, pur non potendo essere nominato primo ministro per alcune note vicende giudiziarie, farà comunque da manovratore per i suoi alleati in caso di esito positivo alle urne: “Andrà senza dubbio così, e la cosa non deve essere inquadrata necessariamente come un male. Sicuramente Berlusconi è più moderato di Di Maio e Salvini”. Un vantaggio da parte dell’imprenditore milanese rispetto all’altro suo competitor, Matteo Renzi, è quello di “non aver irritato così tanta gente come invece è riuscito a fare quest’ultimo, pur essendo più popolare. Renzi è solo e sta pagando alcuni errori commessi quando era premier”. Emmott infine dà poco credito al M5S, che pecca a suo dire di esperienza ed anche di credibilità: “Vederli al potere potrebbe essere un rischio. Per quanto riguarda gli interessi dell’Europa alle elezioni politiche fra due mesi, l’augurio è quello di poter vedere Forza Italia prevalere sugli alleati della Lega Nord, la quale resta su posizioni più estremiste. E sarebbe altrettanto rischioso vedere Salvini al comando”. Nei giorni scorsi Berlusconi ha diffuso il programma che intende attuare in caso di successo.
S.L.
Fonte: Il Corriere della Sera