Renzi all’attacco: “Basta bugie, parliamo di contenuti”

Dopo essere intervenuto sulla cosiddetta ‘tassa sui sacchetti’, Matteo Renzi ha spaziato a tutto campo sui tempi della campagna elettorale, scrivendo nella sua e-news settimanale: “Mancano solo 60 giorni alle elezioni politiche. E io spero che la campagna elettorale si concentri sui contenuti, perché i cittadini hanno il diritto di conoscere, concretamente, cosa vorranno fare le persone che si candidano a rappresentarli in Parlamento. Noi al governo siamo riusciti a inserire gli 80 euro in busta paga. E a stabilizzarli. Gli altri vogliono cancellarli o mantenerli? Noi al governo siamo riusciti ad azzerare l’Imu sull’abitazione principale nel 2015. Anche il Presidente francese Macron ha annunciato l’abolizione della tassa sulla prima casa. Gli altri, da Salvini a Di Maio, vogliono rimetterla? Tommaso Nannicini sta lavorando a una proposta alla quale tengo molto: il salario minimo. Vorremmo parlare di questo anziché inseguire bugie e bufale”.

Renzi ha proseguito: “Noi faremo la campagna elettorale seriamente, parlando dei problemi veri e offrendo soluzioni. Per pulire l’Italia dall’inquinamento ambientale e anche da quello delle fake news. Chi vuole inventare bugie si accomodi pure, noi non lo seguiremo. Ma nei prossimi giorni pubblicheremo il nuovo report sulle Fake News. Non dimentichiamo che questa legge elettorale per un terzo premia le coalizioni”. Resta in ogni caso la grana legata alla lista “Più Europa”. La legge elettorale, inoltre, “per due terzi premia i singoli partiti. E qui vogliamo essere il primo partito. Sarà un testa a testa con i Cinque Stelle, secondo i sondaggi. Ma se lavoriamo bene in questi sessanta giorni saremo il primo partito e il primo gruppo parlamentare della prossima legislatura”.

Infine, Matteo Renzi osserva: “Virginia Raggi ha chiesto di essere processata quando ha capito che l’avrebbero rinviata a giudizio. Bene, ha fatto bene. Un dirigente politico non scappa dai processi. Certo fa sorridere che il Movimento Cinque Stelle che chiede sempre le dimissioni dei propri avversari appena arriva un avviso di garanzia (talvolta anche quando non arriva l’avviso di garanzia, basta che le dimissioni da chiedere siano di uno del PD), abbia il proprio sindaco di punta che deve affrontare un processo penale per falso. E del resto anche il sindaco di Torino è sotto indagine (anche) per falso relativo al Bilancio dello scorso anno. Ma noi siamo garantisti sempre. Garantisti soprattutto con gli altri e con le altre. Noi non chiediamo dimissioni per un avviso di garanzia. Non chiediamo le dimissioni nemmeno a chi viene processato. Ci basterebbe, banalmente, che chi urlando onestà ha fatto il moralista con gli altri e insultato cittadini onesti iscritti al PD, ogni tanto si ricordasse di chiedere scusa”.

GM

Fonte: MatteoRenzi.it

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