Un importante oleodotto nei pressi del villaggio di Marada, nella zona della Cirenaica in Libia, è stato colpito da un attentato terroristico. A causare l’esplosione un commando armato che, secondo fonti militari libiche, ha minato l’impianto con degli esplosivi. L’oleodotto è di vitale importanza perché trasporta greggio al terminale di Al Sider. Un danno ingente che secondo una stima dovrebbe portare alla riduzione nell’immediato di circa 90 mila barili al giorno. Secondo quanto ricostruito, il commando è giunto sul posto a bordo di due vetture. Subito dopo l’arrivo della notizia dell’esplosione, il prezzo del petrolio è schizzato verso l’alto su tutti i mercati internazionali, come riportato da Il Sole 24 Ore. Il barile di Brent guadagna l’1.73% sul mercato di Londra e si porta a 66.38 dollari, mentre a New York il Wti rialza dell’1,68% a 59.45 dollari. L’oleodotto appartiene alla compagnia Waha, sussidiaria della compagnia nazionale petrolifera (Noc), ed è sotto il controllo politico-militare del generale Khalifa Haftar. Inoltre si trova accanto al terminale strategico di Ras Lanuf. Dopo l’esplosione è stato immediatamente interrotto il pompaggio dal terminale e la Waha ha pubblicato una nota dove è stata ipotizzata “una perdita di produzione da 70.000 a 100.000 barili al giorno. La Compagnia continua a indagare sulle cause dell’esplosione e sta monitorando da vicino gli sviluppi”. La nota non fa cenno all’attacco terroristico da parte del commando, ricostruzione fornita invece da fonti militari libiche.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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