“Stupro colposo” e “abuso sessuale negligente”. Sono le due fattispecie di reato introdotte in Svezia nell’ambito di una generale azione di contrasto alle violenze sessuali. D’ora in avanti prima di ogni rapporto bisognerà esprimere un consenso esplicito, in assenza del quale (anche nel caso in cui non vi siano minacce o violenze) si potrà parlare di stupro. “L’incidenza di molestie e abusi sessuali sta aumentando in Svezia, con le ragazze che corrono rischi enormi”, si legge in una dichiarazione del governo svedese a proposito del suo disegno di legge. “Condannare un aggressore di stupro non richiederà più che vi sia stata necessariamente violenza o minacce o che sia stata sfruttata una particolare condizione di vulnerabilità”, prosegue la nota, riportata da Globalist, dove si precisa che la legge si fonda su un assunto scontato, “cioè che il sesso sia sempre volontario”.
Il disegno di legge, che dovrà ora essere approvato dal Parlamento (e probabilmente entrerà in vigore a luglio), prevede pene detentive massime di quattro anni per i reati di “stupro colposo” e “abuso sessuale negligente”. E innalza anche la pena minima per stupro o per stupro su minori, da quattro a cinque anni. “Sarà possibile condannare un numero maggiore di persone rispetto a oggi, ad esempio in tutti quei casi in cui qualcuno dovrebbe essere consapevole del fatto che l’altra persona non stia partecipando volontariamente, e ciò nonostante continui a compiere l’atto sessuale con quella persona”, riferisce ancora la nota governativa. La Svezia è considerato uno dei Paesi in cui la parità di genere è più rispettata che mai, eppure più di 10.000 donne – tra cui attrici, giornaliste, avvocate, musiciste, medici e operaie edili – hanno denunciato e fatto campagna contro le molestie, dopo l’esplosione del caso Weinstein. “Abbiamo ascoltato troppe storie di donne esposte a molestie sessuali e abusi e dobbiamo fare qualcosa”, ha dichiarato a tale riguardo il primo ministro Stefan Lofven all’agenzia di stampa TT.
EDS
Fonte: Globalist