Un vero e proprio giallo ha scosso la tranquillità di Altavilla, comune veneto in provincia di Vicenza, abitato da appena 12000 persone. Un uomo di 50 anni, Matteo Di Martino, è stato trovato morto nella sua casa di Via Lago di Carezza, con delle forbici conficcate nella testa e immerso totalmente in un lago di sangue. La macabra scoperta, avvenuta intorno le 11 del mattino, è stata fatta da una coppia di amici della mamma della vittima, anch’essi residenti nel vicentino. Proprio la mamma li aveva avvisati dopo ripetute telefonate fatte al figlio senza però ricevere risposta, come riportato da Vicenza Today.
L’allarme però è partito da un vicino di casa che ha visto la porta dell’abitazione aperta. Sul luogo del dramma sono accorsi Suem 118, vigili del fuoco, carabinieri e polizia locale. La cosa che ha lasciato stupiti tutti, è stato trovare vicino al corpo senza vita del 50enne, una lettera di addio ma la dinamica lascia molti dubbi che possa trattarsi di un suicidio. In più, quando il medico legale ha spostato il corpo, ha scoperto che quelle infilzate nella nuca, non erano normali forbici ma una pinza da elettricista usata per stringere attorno al collo una fascetta di plastica. Il decesso quindi potrebbe essere avvenuto per soffocamento, mentre il sangue perso da un’emorragia nelle fosse nasali, come riportato da La Voce della Nazione.
Gli inquirenti lavorano quindi alla possibile traccia del suicidio, nutrendo però non pochi dubbi. Le persone del posto hanno dichiarato che De Martino, arrivato nella località indicata lo scorso agosto, lui che era originario di Napoli, era una persona tranquilla e disponibile, ben voluta da tutto il quartiere e non era mai stato visto in compagnia di alcuna donna. Ora la Polizia deve capire perchè la porta era aperta e sciogliere qualche dubbio riguardo il movente. Anche se le analisi del caso non sono ancora concluse. La scientifica ha finito i rilievi verso le 14:30, quando il corpo dell’uomo è stato portato via da un’impresa di pompe funebri. La procura ha invece già disposto l’autopsia. Matteo lavorava come operaio alla Mecc Alte Spa di Creazzo, azienda elettromeccanica specializzata nella progettazione e realizzazione di alternatori.
GVR
Fonti: Vicenza Today, La Voce della Nazione