Lo scandalo dei presunti sms a sfondo erotico del sindaco di Mantova Mattia Palazzi era tutto un bluff. A rivelarlo è la Procura, che ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per tentata concussione continuata. “Ricordati che qui decide il sindaco”, “Staresti bene messa a …, sei una birichina”, “Vieni qui che ti…”. Questo il contenuto di alcuni sms che erano emersi nelle scorse settimane. I messaggini erano rivolti a una rappresentante di un’associazione culturale cittadina. Secondo le accuse, il sindaco le chiedeva favori sessuali in cambio dell’elargizione di un cospicuo contributo da parte del Comune, come riportato da Il Corriere della Sera.
Ora però il primo cittadino da carnefice diventa la vittima: sembra che quegli sms fossero artefatti. La donna ora è indagata per il reato di false informazioni al pm, rese nel suo primo interrogatorio. Nel corso di un nuovo interrogatorio, infatti, avrebbe ammesso di aver alterato i messaggi della chat erotica tra lei e il sindaco, per poi inviarle a terze persone, ignare di quelle manomissioni. Appena emersi i messaggi, Mattia Palazzi aveva sostenuto: “Non ho mai chiesto favori a nessuno abusando del mio ruolo di sindaco, conosco quella signora ma non vi è mai stato nulla di privato con lei. Alla fine il Comune concesse solo il patrocinio ad una iniziativa dell’associazione. È un’accusa infamante e falsa. Chiedo alla procura di sentirmi al più presto”.
Successivamente, il sindaco Palazzi affidava a un comunicato stampa il suo stato d’animo: “La mia vita privata è stata devastata. E’ un inaccettabile gioco al massacro, che non auguro a nessuno di vivere”. Ora, invece, commenta: “Ho vissuto un incubo ma ho sempre avuto fiducia nella magistratura e ringrazio la procura per la velocità e la serietà delle indagini”.
GM
Fonte: Il Corriere della Sera
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