L’ordinanza del Sindaco di Como sta facendo molto discutere soprattutto perché ci troviamo sotto Natale solitamente un periodo in cui ci si sente tutti più solidali con chi è più sfortunato e ha bisogno d’aiuto. In base all’ordinanza anti degrado del sindaco di centrodestra Mario Landriscina i clochard non hanno il permesso di sostare nelle strade della città e di conseguenza è vietato anche portare loro del cibo, come riportato da La Stampa.
Dura la reazione dell’associazione di volontariato Wel Com – Osservatorio Migranti Como: “Domenica mattina come tutte le mattine da più di sette anni, ci siamo recati presso l’ex chiesa di san Francesco a Como per distribuire la colazione (ma soprattutto un’occasione di relazione), alle persone che dormono fuori perché senza casa. Questa mattina a differenza delle altre mattine ci è stato proibito di farlo perché i nostri semplici gesti sarebbero contrari alla nuova ordinanza del Comune di Como, firmata dal sindaco Mario Landriscina, per ripristinare ‘la tutela della vivibilità e il decoro del centro urbano’. Ci è stato detto che fino al 10 gennaio non ci è possibile portare un piccolo simbolo d’amore a queste persone, non ci è possibile perché in vista del Natale non è decoroso. Ci chiediamo di che cosa abbia paura il sindaco della mia città, che cosa gli fa chiudere, sempre chiudere, solo chiudere? Umiliare, allontanare, emarginare, mi chiedo cosa possa suscitare in questa persone. Ma ci chiediamo anche in quale specchio si guardino e cosa vedano le persone che continuano ad insultare così i poveri, non comprendendo che il problema non sono i poveri ma la povertà! A continuare ad allontanare i poveri non si elimina la povertà, la si amplifica, la si fa diventare un nemico, un nemico da combattere”.
“I vigili si sono trovati nella difficile situazione di dover fare il loro dovere pur se con grande disagio”, ha spiegato al Corriere della sera il sindaco Landriscina, che ha poi annunciato di essersi messo al lavoro per “studiare dei correttivi all’ordinanza in modo da trovare un equilibrio in situazioni così delicate”.
Fonte: La Stampa