Nel 2010 la signora Maria (86 anni) decide di andare dal notaio per inserire come unica beneficiaria del suo testamento la badante che negli ultimi anni della sua vita le ha reso meno grama l’esistenza. Quella donna del sud giunta a Torino in cerca di lavoro aveva l’età per essere sua figlia, quella che la donna nella vita non aveva mai avuto, e a differenza dei suoi eredi di sangue si curava di tutte le sue necessità. Per tal motivo la donna ha confessato al notaio di essersi resa conto che l’affetto può essere donato anche da un’estranea e che il suo lascito sarebbe andato ad una donna che dopo tanta solitudine l’aveva fatta sentire amata, come riportato da La Stampa.
Pochi mesi più tardi la donna si è ammalata, è stata ricoverata in ospedale, messa in una struttura riabilitativa ed alla fine è morta. Solo dopo il suo trapasso i parenti si sono resi conto di non essere parte dell’eredità ed hanno fatto causa alla badante per circonvenzione d’incapace costituendosi come parte civile. Durante il processo la badante è stata condannata a due anni di carcere, ma la donna ha fatto ricorso e nel 2016 la sentenza della Corte d’Appello ha ribaltato il giudizio in primo grado.
I parenti dell’anziana hanno fatto ricorso alla Corte di Cassazione, ma i giudici hanno convalidato la sentenza del ricorso ritenendo che non ci fossero prove concrete per dimostrare che la donna fosse stata raggirata dalla badante. Nessuna perizia psichiatrica, infatti, dimostra che Maria fosse incapace d’intendere nei momenti precedenti al ricovero. Inoltre l’analisi dei movimenti bancari (il conto corrente dell’anziana era cointestato con la badante) ha mostrato chiaramente come la donna prelevasse cifre corrispondenti al proprio compenso ed alle necessità dell’assistita.
Con la sentenza della Cassazione la badante è stata definitivamente riabilitata e le è stato concesso di usufruire dell’eredità dell’assistita. Nel motivare la sentenza i giudici hanno chiesto ai parenti per quale motivo, se sospettavano che la badante si approfittasse dell’anziana hanno agito solamente quando hanno scoperto di essere stati estromessi dall’eredità.
F.S.
Fonte: La Stampa