Appena tre anni fa, il Pd di Matteo Renzi conquistava il 40% dei voti alle Europee, un risultato importante, anche se veniva fatta notare una bassa affluenza. Ma che oggi il partito si trovasse nei sondaggi al 24%, ovvero con 16 punti percentuali in meno, non era assolutamente prevedibile. La caduta libera è in parte colpa dell’exploit della lista a sinistra del Pd. Infatti la neonata ‘Liberi e forti’, capeggiata dal presidente del Senato Piero Grasso, è data dai sondaggi già oltre il sei per cento. Ma se si guarda con attenzione a quel dato, si capisce che in fondo è anche inferiore alla sommatoria dei voti dei gruppi che compongono quella lista.
Il Pd deve soprattutto rincorrere, allo stato attuale delle cose, un Movimento 5 stelle che secondo l’ultimo sondaggio di Ipsos è al 29,1%, primo partito senza nessun dubbio. I dubbi tornano invece quando si parla dei possibili alleati di Renzi: Alfano e Pisapia hanno dato forfait e non si conoscono le sorti di Alternativa Popolare e Campo Progressista. Le carte verranno rimescolate ed è probabile che molti alfaniani tornino nel centrodestra, così come vi sia qualche new entry nella formazione di Grasso.
Questa situazione fa gongolare il centrodestra, che unito raccoglierebbe il 36%, e potrebbe segnare un ritorno a Palazzo Chigi – guai giudiziari permettendo – di Silvio Berlusconi, come riportato dall’Ansa. Se infatti c’è un partito in crescita è Forza Italia, passata dal 13,2 di maggio al 16,7% di oggi, quanto basta per tenere a distanza la Lega di Matteo Salvini, ferma poco sopra il 14%. Completa l’alleanza Fratelli d’Italia, che ottiene quasi il 5% delle preferenze.
Fonte: Ansa
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