Durissimo attacco di Marco Travaglio a Matteo Renzi dalle colonne de L’Onesto. Travaglio, che di certo non le ha mai mandate a dire all’ex Presidente del Consiglio, anche questa volta non si dimostra tenero e iscrive Renzi nella categoria degli “stupidi, che danneggiano sia gli altri sia se stessi”. Poi passa ad elencare le ragioni che lo spingono ad annoverare l’ex sindaco di Firenze in questa poco nobile schiera.
Il primo peccato originale è quello di aver fatto una promessa solenne davanti al Parlamento e davanti a tutti gli italiani e di essersela poi rimangiata: “Appena perso il referendum, il Genio di Rignano sull’Arno si rimangiò subito il solenne impegno di lasciare la politica e ritirarsi a vita privata” scrive Travaglio. Il secondo peccato riguarda l’aver infiltrato propri fedelissimi nel governo Gentiloni. Il terzo tasto dolente è quello della legge elettorale. Travaglio spiega: “In nome della presunta “vocazione maggioritaria” del Pd, mandò a picco una legge elettorale che premiava i partiti single come il suo. E ne dettò una opposta […]che premia le coalizioni. Il tutto per decimare il M5S e tornare fra le braccia di B.”. L’ultimo punto, quello che Travaglio definisce ironicamente il “capolavoro” riguarda le banche: “Renzi aveva annunciato la commissione parlamentare d’inchiesta nel dicembre 2015 […]. Poi ha traccheggiato per due anni, sbloccando la pratica solo due mesi fa, cioè a fine legislatura e in piena campagna elettorale. E l’ha usata per bombardare a freddo Bankitalia […]. Poi Renzi ha usato l’ audizione del pm Rossi per accollare a Visco pure il crac di Etruria (una delle poche colpe che non ha) e scagionare papà Boschi salvo poi scoprire che il primo non è indagato, il secondo sì”.
Fonte: L’Onesto